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IL VECCHIO E IL MARE

BRESCIA - Teatro Sociale, dal 31 Gennaio al 12 Febbraio 2017

basato sul romanzo di Ernest Hemingway
 

regia e adattamento drammaturgico Daniele Salvo
scene Alessandro Chiti
costumi Silvia Aymonino
luci Cesare Agoni
musiche originali Marco Podda 
video Paride Donatelli
suono Edoardo Chiaf

personaggi - interpreti
il vecchio Graziano Piazza
il narratore Stefano Santospago
il ragazzo Luigi Bignone

assistente alla regia Alessandro Gorgoni, direzione tecnica Cesare Agoni, direttore di scena Oscar Valter Vettore, macchinista Michele Sabattoli audio, luci e video Edoardo Chiaf, Giacomo Brambilla, sarto Federico Ghidelli
ufficio stampa Silvia Vittoriano, ufficio comunicazione Sabrina Oriani, foto di scena Umberto Favretto
le scene sono state costruite nel laboratorio del CTB Centro Teatrale Bresciano, responsabile della costruzione Oscar Valter Vettore
macchinisti Michele Sabattoli, scenografa realizzatrice Rossella Zucchi, trucco e acconciature realizzate in collaborazione con la scuola EDUCO – Centro di Formazione Professionale

produzione CTB Centro Teatrale Bresciano
IL VECCHIO E IL MARE basato sul romanzo di Ernest Hemingway, in accordo con The Patrick and Carol Hemingway Revocable Living Trust, The Hemingway Family Trust, and Hemingway Copyrights, LLC, c/o Lazarus & Harris LLP, 561 Seventh Avenue, New York, NY 10018, www.lazhar.com.

 

Un vecchio e la sua barca. Il mare immenso. Santiago è un uomo povero. Un pescatore. Da tre mesi però, la sua pesca è infruttuosa.
Durante un’ultima uscita in mare, un enorme pescespada abbocca al suo amo. Inizia così, quasi per caso, un’estenuante lotta tra l’uomo e la sua vittima necessaria. È una battaglia per la sopravvivenza, per la vita e la morte, che si protrae per giorni e giorni. Ma questa è una battaglia straordinaria, unica, infinita. Santiago ha necessità assoluta di quella preda e la vuole portare ad ogni costo davanti agli occhi degli uomini di tutto il paese, come un trofeo.
Ma esistono regole precise, ferree. Esiste il rispetto per la vittima, l’ammirazione, lo stupore, l’amore di fronte ad un capolavoro della Natura.
Nella solitudine più assoluta, sotto un sole accecante e nel buio più nero della notte, si svolge una battaglia fuori dal tempo: due disperazioni, due solitudini si incontrano. Non ci sarà un vincitore. Ci sarà sangue. E qualcuno morirà. Ma l’importante sarà aver combattuto, aver visto l’alba sul mare per un’ultima volta ed aver ammirato i salti nell’aria chiara di un gigante dei mari. Sarà difficile poi tornare nel mondo degli uomini, mondo senza regole, vile, spietato e terribile. Ma bisognerà pur farlo in qualche modo. Bisognerà avere coraggio.

 

Santiago è forse uno degli ultimi uomini che vaneggiano ancora di poesia, rispetto, umiltà e umanità. È un grande uomo, rifugiato nel sogno, sul filo del mare, nella luce abbagliante riflessa sull’acqua, mentre la morte è già sulle sue tracce. Ciò che più mi interessa affermare, attraverso la messinscena di quest’opera, è la necessità vitale dell’essere poeti. Questo viaggiatore dell’oceano infinito, sospeso sul filo del Tempo, si misura con ogni possibile realtà, e si affanna a parlare a tutti gli uomini, attraverso le sue paure di vecchio in balìa delle onde, attraverso gli incubi notturni di un bambino lasciato solo, le notti d’amore di una ragazza amata e perduta. Santiago è l’ultimo sognatore.                                                        

Daniele Salvo

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